1866-67 Soppressione delle corporazioni religiose e di molti enti secolari. I loro beni vengono incamerati dallo Stato. Sopravvivono solo i benefici connessi alla cura delle anime. Viene costituito un fondo per il culto, con il compito di provvedere, mediante la congrua, ai redditi troppo scarsi di alcuni benefici.
1871 Il 13 maggio, con la “Legge sulle guarentigie”, si prevede il riordino, la conservazione e l’amministrazione delle proprietà ecclesiastiche nel Regno.
1929 L’11 febbraio vengono firmati a Roma i Patti Lateranensi. Ma anche nel Concordato la disciplina dei rapporti patrimoniali Stato-Chiesa rimane invariata. Congrue e benefici sopravvivranno per altri 57 anni.
1962-65 Il Concilio Vaticano II reintroduce l’idea di Chiesa-comunione.
1983 Il cammino giunge a compimento con il Codice di Diritto Canonico, frutto della riforma conciliare. Il canone 222 del Codice di Diritto Canonico afferma esplicitamente che: “i fedeli sono tenuti all’obbligo di sovvenire alle necessità della Chiesa, affinché essa possa disporre di quanto è necessario per il culto divino, per le opere di apostolato e di carità e per l’onesto sostentamento dei ministri”.
1984 Il 18 febbraio viene firmato a Roma l’accordo di revisione del Concordato. L’articolo 6 istituisce una commissione paritetica per disciplinare la materia degli enti e dei beni ecclesiastici e per la revisione degli impegni finanziari dello Stato italiano.
1985 La nuova disciplina è contenuta nella Legge n. 222 del 20 maggio.
1987 Dal primo gennaio lo Stato non versa più le congrue e comincia a funzionare il nuovo sistema di sostentamento del clero.
1989 Il primo gennaio entrano in vigore le offerte deducibili per il sostentamento del clero intestate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero.
1990 A maggio i contribuenti firmano per la prima volta per la destinazione dell’otto per mille del gettito complessivo dell’Irpef.

L’8xmille e le offerte deducibili per il clero sono perfettamente distinte, anche se l’una non esclude l’altra. In pratica chi sceglie di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica può anche fare un’offerta a favore del sostentamento del clero e viceversa. E qui però che emerge anche il diverso valore ecclesiale dei due gesti.
Proprio perché non costa nulla, l’8xmille è per il credente un atto di coerenza con la propria fede, mentre l’offerta per il clero ha un maggior valore di partecipazione ecclesiale poiché comporta un esborso personale, sia pure ripagato in parte dal vantaggio della deducibilità in sede di dichiarazione dei redditi, anche nel caso in cui non sia obbligato alla presentazione della dichiarazione.