Omelia nella Solennità dell’Assunta
Cattedrale di Reggio Emilia
Cari fratelli e sorelle, buona festa dell’Assunta!
Che cosa ci insegna questa festa? Oggi è il giorno della luce. Certamente i giorni di agosto sono giorni di luce. E certamente quello che i pagani chiamavano “Ferragosto”, feriae Augusti, erano feste della luce, dei giorni più lunghi dell’anno. Ma la Chiesa ha collocato a Ferragosto la solennità dell’Assunta non certo per rivivere le feriae Augusti, ma per vivere un altro evento di luce: Maria.
Maria è la luce. O meglio: Maria è illuminata, e proprio perché illuminata da Dio può illuminarci.
Abbiamo ascoltato dal Libro dell’Apocalisse tre immagini (cf. Ap 11,19; 12,1-6.10).
Maria è circondata di sole quasi come un mantello, una luce che la trapassa da ogni parte e la rende essa stessa fonte di luce. Dobbiamo meditare su questo mistero.
Poi c’è un’altra immagine: Maria che ha sotto i suoi piedi la luna. La luna illumina le nostre notti. La luna è luminosa, ma di una luce che riceve. Quindi la luna è una luce ricevuta ed è sotto i piedi di Maria, come a dire che tutto quanto il creato, di cui la luna è assunta un po’ a simbolo, trova in Maria la sua ricapitolazione. Lei è il vertice del creato, proprio perché Madre di Cristo, per il suo sì.
Infine c’è una terza immagine: quella delle stelle. Maria è luminosa per le stelle che circondano il suo capo. Dunque Maria è nello stesso tempo illuminata e illuminante.
In quanto illuminata, Maria è bella. La sua carità, che si manifesta in tutta la sua grandezza subito dopo aver pronunciato il suo sì, ci fa guardare a Maria come a una bellezza desiderabile. Se noi abbiamo bisogno di luce nella nostra giornata, dobbiamo guardare a Maria, perché ella ci renda visibile la strada per camminare verso Dio.
Maria dunque è una luce ricevuta, ma è anche una luce donata, una luce trasmessa.
Abbiamo bisogno di luci vicine: ecco il motivo della festa dell’Assunta. Sembrerebbe che la festa dell’Assunta sia la festa in cui Maria si allontana da noi. Ma proprio per questo ella si rende vicina, perché noi sappiamo che “una di noi” è lì, presso Dio, intera con la sua anima e il suo corpo, a indicarci qual è il destino ultimo della nostra stessa vita.
Maria è luce illuminata e illuminante.
Quanto abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana di questa luce! La luce ha due scopi fondamentali: quello di illuminare, ma anche di riscaldare.
Illuminare e riscaldare: noi abbiamo bisogno di tutto questo, abbiamo bisogno di luce che illumini e di luce che riscaldi.
Di luce che illumina perché spesso, nella nostra vita quotidiana, siamo disorientati, non sappiamo più cos’è bene e cos’è male o, perlomeno, ci sembra di non saperlo più con la stessa chiarezza di prima, con la stessa lucidità con cui, in altre età della vita, ci sentivamo così orientati. Adesso talvolta ci sentiamo disorientati. Non è che Dio sia scomparso, non è che suo Figlio non sia più presente: siamo noi che non ci alimentiamo con maggiore forza e continuità alla luce della fede, e perciò le nostre vite sono disorientate.
Ancora di più: abbiamo bisogno di luce e calore perché viviamo molte volte nella freddezza dell’individualismo, dell’invidia, della gelosia, del non perdono, della delusione, della tristezza. Oggi questa assenza di luce e di calore si manifesta soprattutto nella sindrome della paura. Siamo paurosi. Ne I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni ci sono due frasi che riguardano la paura.
La prima è quando don Abbondio dice al cardinal Federigo che lo rimprovera: “Monsignore, il coraggio uno non se lo può dare”. E aveva ragione! Ma giustamente il cardinale gli dice: “Lei non lo ha chiesto” (Cap. XXV).
Quasi alla fine del romanzo, quando Renzo sta cercando Lucia nel Lazzaretto, sente una voce soave che dice: “Paura di che? Abbiamo passato ben altro che questo temporale. Chi ci ha costodito finora ci accompagnerà ancora” (Cap. XXXVI).
L’opposto della paura non è il coraggio. L’opposto della paura è la fede. Abbiamo paura perché non abbiamo fede, e non abbiamo fede perché Dio è diventato lontano, non è più una mano che ci prende e ci accompagna. Dobbiamo tornare a riscoprire la fisicità della presenza di Dio nella nostra vita, dobbiamo tornare a riscoprire la fisicità dei sacramenti.
Dopo mesi, che per necessità abbiamo passato immersi nello streaming, dobbiamo tornare alla fisicità delle nostre comunità, con tutte le attenzioni e con tutti i distanziamenti necessari. Nessuno come la Chiesa Italiana in questi mesi ha chiesto ai suoi fedeli attenzioni, sanificazioni, distanziamenti… Abbiamo fatto ciò che nessun altro ha fatto, e continueremo a farlo. Ma non dobbiamo farci prendere dalla paura.
Non c’è ragione per non partecipare alla messa domenicale, al luogo e al momento in cui la comunità si raduna attorno a Cristo per vivere con lei il Mistero Pasquale della morte e della resurrezione. Non c’è ragione per non riprendere la consuetudine decisiva della vita cristiana della partecipazione al sacramento della Penitenza e infine al sacramento dell’Eucarestia.
Senza comunità non c’è Chiesa, e senza ritrovarci fisicamente non c’è comunità. Dobbiamo perciò riprendere coraggiosamente e lietamente il nostro cammino di comunità sparse sul territorio della nostra Chiesa, perché la nostra vita possa riscoprire il valore di conforto, di illuminazione e di aiuto che la fede realizza per ognuno di noi
Questo è il mio messaggio per voi, per tutta la nostra Chiesa in questa festa dell’Assunta: Dio ci prende per mano attraverso Maria, ci illumina sul senso della vita, ci fa uscire dalla solitudine, ci raduna nel suo popolo, ci innesta nel Corpo di Cristo in cui possiamo vivere anticipatamente l’esperienza del Paradiso. Certo: attraverso travagli, incertezze, fatiche, gli errori di questa nostra vita presente. Ma infine, come per un bambino che entra in una stanza buia e poi viene preso per mano dalla mamma che gli dice: “Non avere paura, ci sono io, attraversiamo insieme per andare nell’altra stanza luminosa”.
Così anche noi lasciamoci prendere per mano da Dio, dal Figlio suo Gesù Cristo, e quest’oggi da Maria, per essere introdotti nella stanza della luce.
Sia lodato Gesù Cristo.