Omelia per le Cresime nella festa di san Pantaleone, patrono di Crema
Crema, parrocchia di san Carlo Borromeo
Cari fratelli e sorelle,
caro Daniele, confratello nell’episcopato,
carissimi ragazzi che state per ricevere il sacramento della Confermazione,
tanti motivi di gioia e gratitudine mi hanno portato qui. Innanzitutto il rapporto di stima e amicizia che mi lega al vostro vescovo. Il vescovo Daniele è un figlio della Chiesa di Reggio Emilia. Egli è stato un professore apprezzatissimo. Ha inoltre ricoperto diversi incarichi per la Diocesi. Gli sono molto grato per questo servizio. Sono certo che anche qui, a Crema, si sia già fatto conoscere e gradire per le sue capacità e la sua umanità.
Questa chiesa è dedicata a san Carlo Borromeo. È un santo a cui sono molto legato. Sono vissuto da piccolo sul lago Maggiore, nei luoghi da cui lui proviene. In ogni chiesa o cappellina in cui entravo, c’era una raffigurazione del vescovo milanese. A lui ho desiderato dedicare la Fraternità di sacerdoti missionari che ho fondato più di trent’anni fa. A lui, quest’oggi, desidero affidare l’episcopato del vescovo Daniele.
Un altro motivo di gioia è l’essere qui a celebrare le cresime di voi ragazzi. Come sapete, la cresima compie il cammino di iniziazione cristiana, un cammino iniziato da molto lontano. Cari ragazzi e ragazze, l’inizio della vostra storia con Dio, il primo incontro con lui, è avvenuto al momento della vostra nascita. Non potremmo nascere se non ci fosse Dio. Veniamo al mondo perché il papà e la mamma si sono amati, ma in realtà dietro c’è il Signore. È lui che ci ha voluti. È lui che ha infuso nel nostro corpo un’anima immortale. È lui che ci ha destinati a incontrarlo.
Poi c’è un altro incontro altrettanto importante, anzi, ancora più importante: il battesimo. Lavati nell’acqua benedetta, non siamo delle semplici creature, ma siamo figli amati e desiderati da Dio. Come avviene la scoperta di questo grande Padre? Innanzitutto attraverso i nostri genitori che ci parlano di lui e ci fanno pregare. Poi attraverso i nostri amici nei luoghi dove si gioca, si canta e si vive insieme per imparare a conoscerlo. Penso al catechismo, alla parrocchia, a tutti i gruppi che certamente tanti di voi frequentano. L’incontro con Dio Padre si approfondisce vivendo nella casa dove lui abita. E la casa dove lui abita è la Chiesa. In questa comunità la vostra amicizia con Dio crescerà sempre di più.
In questo cammino, Dio ci viene incontro in un altro modo: il sacramento della Confermazione. Oggi, egli conferma che ci vuole suoi amici per sempre. Attraverso un suo ministro, il vescovo, ci offre un segno di questa sua preferenza: il crisma. Sarete segnati infatti con il crisma. L’olio ha tanti significati. Anticamente gli atleti si ungevano prima delle gare e delle battaglie. I soldati avevano impresso il sigillo del loro re, come un tatuaggio indelebile sul corpo. Anche voi riceverete il sigillo di Dio. Da ora siete a tutti gli effetti cavalieri di Cristo al suo comando. Siete suoi per sempre. Proprio perché siete suoi, egli elargirà su di voi una protezione particolare nelle prove della vita, fino alla fine.
Mentre il vescovo vi segna con il crisma, pronuncia la frase: Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è stato dato in dono. Nel sacramento della Cresima, Dio effonde su di voi i doni dello Spirito Santo. Cosa sono questi doni? Sono degli aiuti che ci permettono di vivere, di conoscere, di sapere quello che Dio pensa, di entrare in contatto con lui e di vivere in relazione con gli altri. I sette doni dello Spirito Santo fanno di noi degli uomini veri. Oggi questo tesoro vi è consegnato per sempre. Perché un seme cresca e diventi pianta, ha continuamente bisogno di acqua, sole e luce. Anche i doni dello Spirito vanno sempre domandati e riscoperti, altrimenti si inaridiscono.
Ha detto recentemente papa Francesco: «Nessuno riceve la Confermazione solo per se stesso, ma per cooperare alla crescita spirituale degli altri. […] Aprendoci e uscendo da noi stessi per incontrare i fratelli, possiamo davvero crescere […]. Quanto riceviamo in dono da Dio dev’essere infatti donato – il dono è per donare – affinché sia fecondo» (Papa Francesco, Udienza generale, 6 giugno 2018). Cari ragazzi e ragazze, Dio vi ha chiamati nella Chiesa e vi ha dato il suo Spirito. Siete perciò investiti di un grande compito: andate e raccontate a tutti la bellezza e la gioia che si incontrano in Gesù e nella vita della sua comunità. Da ora in avanti siete suoi testimoni. Per questo ritengo significativo che riceviate la Confermazione proprio oggi, nella festa di san Pantaleone, il patrono della vostra Diocesi. Come saprete, egli è stato un martire, cioè un testimone. È stato coraggioso e non ha avuto paura di affrontare neppure la morte. È stato un soldato di Cristo e ora gode della sua amicizia per sempre in Paradiso.
Carissimi fratelli e sorelle, chiediamo a san Pantaleone di rafforzare la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità missionaria verso tutte le persone che attendono di incontrare e vedere Cristo attraverso le nostre vite.
Amen