Omelia per la messa in occasione del quarantesimo anniversario del Circolo Culturale Frassati – Solennità dei santissimi Corpo e Sangue di Cristo
Correggio
Cari fratelli e sorelle,
stiamo celebrando la solennità del Corpo e Sangue di Gesù Cristo. Giovedì sera abbiamo portato in processione per le strade centrali di Reggio Emilia il Santissimo Sacramento. È stato un gesto semplice e solenne al tempo stesso. Un gesto in cui ho rivisto un’eco di quel movimento di popolo che è emerso con tanta potenza il 13 maggio scorso, il giorno in cui ho consacrato la nostra Diocesi al cuore immacolato di Maria.
Il camminare assieme in preghiera al seguito dell’Eucarestia e della Madonna, mentre il mondo attorno a noi continua il suo affaccendarsi frenetico, stanco e, spesse volte, sterile, è simile al peregrinare del popolo di Israele nel deserto. Non dimenticare il Signore tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto… che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso (Dt 8, 14-15). Durante i quarant’anni nel deserto, gli Israeliti hanno provato la fame, la sete, la disperazione, la sfiducia verso una promessa che non vedevano compiersi nei modi e nei tempi che si erano immaginati. Erano scappati dall’Egitto. Avevano abbandonato la condizione in cui si trovavano, ma non sapevano ancora dove Dio li avrebbe condotti. Per questo tanti di loro hanno dubitato, hanno rimpianto il passato, hanno desiderato tornare indietro. Tuttavia Mosè e un piccolo resto sono rimasti fedeli. Per l’intercessione di Mosè, Dio non ha fatto mancare il suo sostegno, la sua presenza nella tenda del Convegno, donando acqua dalla roccia e manna dal cielo (cfr. Dt 8,15-16).
Se pensiamo al momento della storia che stiamo vivendo, possiamo avere la percezione di trovarci in un deserto, in un ordine che sta finendo, in un’umanità confusa e disperata perché ha voluto affrancarsi da ogni tipo di appartenenza. In questo deserto, però, cammina un popolo. Un popolo che è guidato da Dio verso l’alba di un nuovo orizzonte che ancora non si intravede, ma che Egli sta già preparando. È il popolo della Chiesa, il popolo dei semplici e dei poveri, il resto di Israele, che può camminare sicuro perché la vera vita gli si è stata donata definitivamente: Io sono il pane vivo, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno (Gv 6,51). È il popolo che può spingere il suo sguardo in avanti perché si appoggia solamente su Dio, che può continuare a costruire instancabilmente perché la sua speranza è continuamente nutrita dal cibo divino, che può raggiungere e abbracciare ogni uomo della terra perché sa che siamo già un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane (1Cor 10,17).
Attorno a noi possiamo avvertire aridità e indifferenza, persino lo sgretolarsi di evidenze e valori fondativi, ma a noi è stato donato un pane che ha definitivamente sconfitto la morte (cfr. Gv 6,58), un’acqua in grado di fare germogliare tutto ciò che incontra: farò della terra arida una terra di sorgenti (Is 41,18). Di fronte al mondo, può sembrare poca cosa. Ma se saremo docili allo Spirito, queste piccole fiammelle potranno diventare dei fuochi luminosi. La presenza reale di Cristo sostenga sempre il nostro cammino con la sua inesauribile ricchezza!
Ricorre proprio oggi l’anniversario dell’uccisione di don Umberto Pessina, assassinato sul sagrato della sua parrocchia di san Martino Piccolo di Correggio il 18 giugno del 1946. È doveroso chiedere che il suo sacrificio sia conosciuto e venerato, ma non dimentichiamo che esso ha già trovato il suo compimento e la sua pace nella passione, morte e resurrezione di Cristo. Nel santissimo corpo e sangue di Cristo, l’oblazione del nostro amato fratello sacerdote è stata svelata pienamente ed è stata portata nel grembo del Padre, dove tutto è bene e giustizia. Con questa consapevolezza e questo conforto, continuiamo ad adoperarci perché sia resa verità ai fatti accaduti.
Infine voglio esprimere un ringraziamento per l’operato e la presenza del Circolo Culturale Frassati, che compie quarant’anni di vita. Continuate il vostro apostolato. Fate sempre più vostre le parole di san Paolo: vagliate ogni cosa e trattenere ciò che è buono (1Ts 5,21). Mostrate che la fede è un vero umanesimo, che è fonte di continua ricerca, confronto e scoperta di quanto di bello c’è in ogni ambito dell’esperienza e della conoscenza umana, che è vera cultura. Il Beato Piergiorgio Frassati continui a sostenere la vostra opera.
Così sia!
+ Massimo Camisasca