Intervento in occasione della visita a Casa Cervi
Casa Cervi, Gattatico
Il mio ringraziamento più vivo alla senatrice Albertina Soliani Presidente dell’istituto Alcide Cervi che mi ha accolto questa mattina. Assieme a Lei ringrazio i membri della famiglia Cervi qui presenti, il signor Presidente della Provincia, il Sindaco di Gattatico e gli altri sindaci, i responsabili e i collaboratori tutti della Fondazione.
Spero mi sia permesso dire che per me il principale significato di questa visita è quello di una preghiera. Di fronte all’esperienza così atroce della morte di 7 figli, il primo pensiero del Vescovo è quello di chiedere a Dio il suo aiuto e il suo perdono. Il mio desiderio più profondo è dunque un desiderio di memoria. Questa parola così importante, giustamente ripresa anche dalla legislazione recente in occasione delle giornate della memoria, non significa soltanto ricordo del passato, un ricordo pur doveroso ma non sufficiente. La memoria è un’azione nel presente, una presenza attiva affinché siano custoditi e resi fecondi i valori della conoscenza reciproca, del rispetto, della creazione di una società in cui ciascun uomo e ciascuna donna vedano riconosciuta la propria pari dignità e il proprio diritto alla vita, all’educazione, al lavoro, alla cura.
Casa Cervi vuol dire anche memoria di un periodo terribile della nostra storia, memoria di coloro che hanno lottato e perso la vita per la libertà della patria dallo straniero e dalla dittatura. Anche oggi la nostra democrazia va rafforzata, riscoperta nelle sue radici, difesa nella sua capacità di essere tutela del bene di ciascuno e di tutti. Ciò che non è riscoperto va tragicamente perduto.
Se penso alle pagine buie della nostra storia recente invoco dal Signore la grazia che la guerra sia tenuta lontana dalla nostra terra. La debolezza dell’Europa di oggi nasce anche dalle due terribili guerre mondiali che essa ha in parte suscitato e di cui interamente ha subito lo sfregio. Ci sono stati dittatori e difensori della democrazia che si sono contrapposti. Infine la democrazia ha prevalso ma con un costo altissimo e terribile di morti, di distruzioni, di strascichi di cui ancora oggi sentiamo il peso.
La visita a questa casa, è, penso me lo concederete, anche un’occasione di ricordare il terribile evento della Shoa e di rinnovare alla comunità ebraica sparsa in tutto il mondo il sentimento più affettuoso di un Vescovo che non può capire se stesso se non comprende il Mistero inesauribile e ricco di bene della storia di Israele nella storia del mondo.
Al termine di queste mie parole desidero rinnovare il mio grazie a tutti i presenti e a coloro che hanno compreso il senso di questa mia visita: riannodare i fili che possono aiutarci in una costruzione in avanti del nostro presente e del nostro futuro.
+ Massimo Camisasca