Omelia nella Messa per la 9° giornata per la custodia del creato
- Reggio Emilia, Parco del Popolo
31.08.2014
Cari fratelli e sorelle,
con questa 9° giornata dedicata alla custodia del creato, indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana, la nostra Chiesa vuole richiamare ciascuno di noi, anzi, ciascun uomo e donna della nostra terra, ad una realtà importante: l’uomo non vive isolato, in un contesto naturale che egli può sfruttare a suo piacimento o di cui può disinteressarsi. Così come ogni persona è legata a tutti coloro che abitano sulla terra da un destino comune e da vincoli di comune responsabilità, allo stesso modo l’umanità è legata all’ambiente in cui vive.
La Bibbia dice che Dio ha posto l’uomo e la donna a vivere in un giardino. Anche a noi ha regalato un giardino che è la terra, collocata nell’universo come ambiente adatto alla vita umana, ma noi uomini, il più delle volte, trattiamo questo giardino in un modo vergognoso. O deturpandone il volto, o inquinandolo, o distruggendolo. In questo modo non solo qualcosa di profondamente negativo avviene al di fuori di noi, ma anche il nostro stesso spirito si riempie di ombre. Quando inquiniamo le acque, distruggiamo le foreste, riempiamo di cemento i luoghi belli della natura, rendiamo più brutta la nostra vita e quella dei nostri fratelli. E talvolta, addirittura, facciamo della natura uno strumento di morte.
Siamo proprio sicuri di aver più bisogno di uffici, centri commerciali, parcheggi e non piuttosto di parchi, alberi, giardini?
Indubbiamente la natura non va idolatrata. Essa non è perfetta: per quanto la si custodisca, anch’essa attende la pienezza redenzione (cfr. Rom 8,19). Ci sono disastri come i terremoti o le eruzioni vulcaniche che non possiamo evitare. Ma molti altri disastri sono proprio causati dall’incuria dell’uomo o dalla sua incapacità di vedere la bellezza nella natura, che diventa perciò luogo di scarico di tutto ciò che non serve o che si vuole eliminare, anche in modo fraudolento.
Come cristiani, come abitanti di questo mondo, sentiamo tutta la gioia e la responsabilità di riscoprire il nostro legame profondo con i mari, con i monti, con le cose belle che Dio ha creato. Esse sono segno dell’esistenza di Dio e del suo disegno buono su di noi.
Aiutiamo i nostri giovani e i nostri ragazzi ad entrare in questa visione. Denunciamo tutto ciò che vìola l’armonia del creato. Riscopriamo la letizia che viene dall’ordine, dalla bellezza, da uno sguardo che sa riconoscere nella terra la propria casa.
Quest’anno il tema specifico della giornata vuole mostrare il nesso che esiste tra rispetto della natura e salute del corpo e dello spirito. Molte volte lo sviluppo industriale ha portato come conseguenza l’inquinamento delle acque e dell’aria. La custodia della purità dell’acqua e dell’aria è una delle necessità più urgenti del nostro tempo. Allo stesso modo occorre anche lavorare per un’ecologia dello spirito, perché i nostri cuori e le nostre menti siano abitati da immagini belle e positive, che ci inducano ad amare, accogliere e perdonare. In questo modo una sinergia fra un’ecologia della natura e un’ecologia dello spirito aiuterà tutti a vivere meglio e a trovare nella natura stessa un aiuto e un conforto per il nostro tempo presente.