Omelia per la solennità della SS. Trinità Messa di suffragio per Enzo Piccinini
- Reggio Emilia, Basilica della Ghiara
26.05.2013
Cari fratelli e sorelle,
siamo qui, assieme, per pregare e ringraziare. Pregare per lanima del nostro amico Enzo che ci ha preceduto nellincontro definitivo con Dio. Ma siamo qui anche per ringraziare il Signore. Per la sua vita, per ciò che essa ha rappresentato per tanti di noi. Egli è stato un terremoto nellesistenza delle persone che ha incontrato. La sua personalità esuberante e totalitaria, la sua passione per Cristo, la sua generosità senza limiti hanno cambiato la vita di tanti.
Ma qual è stato il segreto della vita di Enzo? Quale il motore del suo instancabile spendersi?
È una coincidenza particolarmente significativa il fatto di ritrovarci assieme proprio nel giorno dedicato alla SS. Trinità. La solennità che oggi festeggiamo, introducendoci al cuore del mistero cristiano e della nostra stessa esistenza, ci aiuta a rispondere a queste domande. La comunione trinitaria è la terra da cui proveniamo e che spiega esaurientemente il nostro essere uomini e donne, come persone che possono compiersi solo nella relazione. «Il fondo dellesistenza scrive Jean Daniélou il fondo della realtà, la forma di tutto perché ne è lorigine, è lamore
Chi dice che il fondo dellessere è la materia, chi lo spirito, chi luno: hanno tutti torto. Il fondo dellessere è la comunione» (J. Daniélou, La Trinità e il mistero dellesistenza, Queriniana, 1969, 37). È lidea sintetica che ha animato la vita e il pensiero di don Giussani, tanto da indurlo a scegliere questa parola comunione come nome del movimento che era nato da lui. È lesperienza centrale cui ha attinto anche Enzo.
La vita trinitaria, nella quale ogni persona divina si dona e si riceve continuamente dalle altre due, spiega coma mai luomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, possa compiersi, misteriosamente, solo nellapertura allaltro, nella donazione di sé. Il peccato ha reso più difficile e piena di resistenze questa esperienza, ma non ha potuto eliminarla. Tanto che quando incontriamo persone che spendono la loro vita senza riserve per un ideale che va al di là del loro io, persone che con la loro esistenza rimandano a un significato più grande, uomini e donne che affermano la comunione come consistenza si sé, ci conquistano, risvegliano in noi qualcosa di profondo. Subito avvertiamo una corrispondenza profonda con ciò che anche il nostro cuore desidera.
Ecco, dunque, il segreto di Enzo Piccinini.
Egli era un uomo senza mezze misure, un uomo che quando ha scoperto Colui per cui vale la pena vivere lo ha seguito interamente. Era totalitario perché viveva un impeto di adesione, una forza di convincimento e una capacità di trascinamento assolutamente singolari. Nella mia vita ho visto poche persone con una simile capacità evocativa: Enzo è stato una calamita per centinaia e migliaia di persone che dallincontro con lui sono state risvegliate a una vita nuova, avventurosa, avvincente. Hanno incontrato Cristo e sono diventate affascinanti a loro volta.
In questo senso egli è stato realmente un creatore di popolo, partecipando di quello stesso popolo che don Giussani stava suscitando in Italia.
La mia vita si è incrociata con quella di Enzo quasi quarantanni fa, quando don Giussani mi chiese di trasferirmi a Modena stabilmente. Questo progetto non si è poi realizzato, poiché, infine, mi fu chiesto di andare a Roma per curare i rapporti tra il movimento e la Santa Sede. I nostri temperamenti erano diversi, ma siamo stati sempre legati da grande stima e affetto reciproci. Daltra parte ciò che ha separato le nostre vite è la stessa esperienza che le aveva fatte anche incontrare e poteva quindi tenerle unite: lobbedienza a ciò che Dio chiede.
Proprio questo colpisce, infine, nellesistenza di Enzo Piccinini: dallobbedienza a Dio nasce una vita piena, realizzata, feconda e originale. Guardando a lui si capisce che obbedire a Dio significa sempre obbedire a coloro che Dio sceglie per guidare la nostra vita. La sua figliolanza da don Giussani lo ha introdotto ad un rapporto personale con Gesù, e così lo ha reso libero, intraprendente e, per questo, padre di tanti.
Pensando ad Enzo concentriamoci, perciò, su ciò che è essenziale, che ognuno di noi può vivere nella sua esistenza: lobbedienza della fede, la gioia dellelezione, la creatività dellamicizia.
Affidiamo ora questo caro nostro fratello alla misericordia del Padre e chiediamo per noi la stessa sua passione per la gloria di Cristo nel mondo.
Amen.