Omelia per la S. Messa nei primi vespri della solennità di Maria, Madre di Dio
- Reggio Emilia, Santuario della Madonna della Ghiara
31.12.2012
Cari fratelli e sorelle,
ci troviamo stasera assieme, nella Chiesa che ci fa sperimentare proprio la materna protezione della Vergine. Siamo nei primi vespri della Solennità della Divina Maternità di Maria.
La festa di oggi è festa mariana, ma soprattutto, allinizio del nuovo anno civile, è la professione di fede nella divina umanità di Gesù. Maria è Madre di Gesù nella sua umanità, ma poiché a tale umanità si è unita la divinità del Figlio di Dio, la Madonna come ha riconosciuto e proclamato nel 431 il Concilio di Efeso è Madre di Dio, di quelluomo che è Dio.
Allinizio dellanno brilla dunque la luce della persona di Gesù, vero Dio e vero uomo, che proprio così può salvarci, essendo partecipe della nostra umana fragilità e della grazia divina.
Allinizio del nuovo anno abbiamo bisogno di luce e di calore, e dove trovarli se non nella Madre?
Da lei impariamo le verità essenziali per la nostra vita, le verità che ci permettono di non smarrirci nel labirinto dellesistenza. Queste verità Maria le ha imparate guardando Suo Figlio, ascoltando le Sue parole, arricchendo e chiarificando il suo ascolto con lassidua meditazione delle parole della Scrittura che per Maria, figlia di Sion, erano pane quotidiano e vivo. Da lei impariamo che «le parole di Gesù sono più grandi della nostra ragione. Sempre di nuovo superano la nostra intelligenza» (Benedetto XVI, Linfanzia di Gesù, Lev, Città del Vaticano 2012, 144). Abbiamo bisogno di meditarle continuamente per non ridurle alla nostra misura.
Quale meraviglia per Maria entrare nelloceano sconfinato di quel Bambino, di quegli occhi, di quei capelli, dei suoi giochi, delle sue prime frasi! E quale stupore vederlo crescere e diventare sempre più grande «davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2, 52)! Quale trepidazione vederlo lasciare la casa per la sua missione! Quale preoccupazione trattenuta e confidente udire gli echi dei suoi miracoli, dei suoi discorsi, dei suoi successi e, al contrario, le voci degli oppositori, le critiche, gli inviti alla moderazione, al nascondimento, alla conciliazione con i poteri!
E quale dolore sconfinato seguire il Figlio braccato come un malfattore, deriso, ferito, caricato della croce! Quale gioia nella Resurrezione! Quale ferma determinazione nel suo restare con gli apostoli, lei, icona delluomo nuovo nato da Gesù! Da Maria impariamo la fede. La impariamo ogni giorno, mettendoci in ascolto di suo Figlio che ci parla nella Chiesa, nel Papa, nei vescovi, negli amici delle nostre comunità, che ci parla nelle profondità del nostro cuore.
Impariamo la fede attraverso la recita del Santo Rosario che è una grande contemplazione dei misteri fondamentali della nostra fede cristiana, i misteri della vita di Gesù.
Da Maria riceviamo il calore per vivere. Lei ha amato. E ha amato in modo vero, retto, sacrificato e appassionato, ha amato suo Figlio Gesù, il suo sposo Giuseppe, gli apostoli, in particolare Giovanni a cui fu affidata dal Salvatore. In Gesù ha amato e ama ciascuno di noi. Ella ci insegna ad amare.
Ci insegna che in suo Figlio ogni amore è raccolto e salvato: solo lui merita la nostra vita, lui che possiede la vita in pienezza e dona agli inermi la forza del martirio. Anche il 2012 è stato un anno segnato dalle persecuzioni contro i cristiani. LOsservatorio della libertà religiosa in Italia nei giorni scorsi ha comunicato che circa 105mila cristiani sono stati uccisi in tutto il mondo per la loro fede: un martire ogni cinque minuti! La fede nel Figlio di Dio fatto uomo è ancora e sempre rimarrà una pietra di scandalo per il mondo. Ma è anche fonte di speranza e di forza. Mentre, infatti, tali notizie ci mettono in apprensione per tanti nostri fratelli e ci spingono ad alzare alta la voce perché ad ogni uomo sia assicurato il diritto fondamentale alla libertà religiosa, ci riempiono anche di ammirazione per leroicità, spesso nascosta, della fede di tanti uomini e donne. Sanguis martyrum semen christianorum – il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani, affermava già Tertulliano (Apol., 50,13: CCL 1, 171). Il sangue dei martiri, aggiungiamo noi, è luce che illumina ciò che sommamente vale nella vita.
Al termine dellanno non soffermiamoci tanto a fare bilanci, non cadiamo nel tranello della nostalgia o dei sensi di colpa, ma guardiamo a Colui che ci ha salvati, guardiamo a colui che ci invita a trovare in Lui le forze e le strade per risorgere.
Lanno che comincia ci trovi più disponibili ed attenti a seguire Lui, a imparare da Lui. In questo modo saremo più utili anche ai nostri fratelli, perché Cristo aprirà i nostri occhi e il nostro cuore alle necessità degli uomini.
Allinizio di questo nuovo anno affido a Maria le domande più profonde che porto nel cuore, chiedo a lei il dono della fede per il nostro popolo. Chiedo il dono della pace per chi è solo, per chi è malato, per chi è disperato. Chiedo il dono della guarigione per chi è segnato dal dolore nel corpo e nello spirito. Chiedo il lavoro per chi lha perduto o non lha ancora trovato. Chiedo lattenzione delle autorità a tutte queste necessità. In particolare per coloro che sono stati colpiti dal terremoto. Chiedo la generosità di tutti verso chi è segnato dalla presente crisi economica. Tutti porto nel cuore e affido allintercessione della Vergine della Ghiara.
Amen.
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