Omelia nella Solennità di Pentecoste
- Reggio Emiia, Cattedrale
19.05.2013
Cari ragazzi e ragazze che tra poco riceverete il sacramento della Confermazione, questa mattina voglio rivolgermi innanzitutto a voi. E assieme a voi salutare tutti coloro che hanno accompagnato il vostro cammino. I vostri genitori, i catechisti, i padrini e le madrine e tutti i vostri amici e parenti. In modo particolare ringrazio e saluto i vostri parroci, don Daniele Casini, don Fabrizio Crotti e mons. Gianfranco Gazzotti.
Ricevete il sigillo dello Spirito Santo proprio nel giorno di Pentecoste: è per voi un dono nel dono. Oggi riviviamo assieme la discesa dello Spirito sugli apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo di Gerusalemme cinquanta giorni dopo la resurrezione di Gesù (cfr. At 2, 1ss.). Abbiamo la possibilità di vivere la stessa esperienza degli apostoli, la stessa loro vita avventurosa e affascinante!
Dopo la morte di Gesù, anche dopo la sua resurrezione, gli apostoli erano pieni di paura. Temevano di essere uccisi come era stato ucciso Gesù. Con lui avevano sperimentato una vita bella, grande, realizzata. Ma dopo la sua ascensione al cielo erano tristi, non avevano la forza per continuare quella stessa vita. Gesù aveva messo nel loro cuore un seme di speranza, ma questo seme doveva ancora crescere e svilupparsi. Ecco allora il dono dello Spirito: attraverso di esso ciò che gli apostoli avevano iniziato a vivere con Gesù poteva crescere e fiorire.
Anche per voi accade oggi la stessa cosa. Che cosa è, infatti, la Confermazione? È uno sviluppo del Battesimo. Quando avete ricevuto il Battesimo è stato posto dentro di voi un seme, un seme vivo, efficace, capace di crescere e di espandersi. Il seme della vita nuova che è la stessa persona di Gesù. Quando guardiamo gli alberi nella nostra campagna dobbiamo sempre ricordare che allinizio essi erano solo un piccolo seme. Se han potuto crescere e diventare forti e rigogliosi è perché cè stato il sole, cè stata la pioggia, cè stato il lavoro di chi ha messo intorno la terra e di chi si è preso cura di loro
La nostra vita può essere paragonata a quella di un albero. Nel Battesimo è stato posto dentro di noi un seme; quel seme è Gesù. Quel seme vuole crescere, espandersi, trasformare tutta la nostra esistenza, il nostro cuore, la nostra mente. È accaduto quello che dice Gesù oggi nel vangelo: Io e il Padre verremo ad abitare dentro di voi (cfr. Gv 14,23). Poi, crescendo, si fanno degli incontri, si va a scuola
Iniziamo a essere circondati da tanti amici, nascono in noi dei desideri, dei progetti, degli ideali. Essi possono aiutare o, invece, ostacolare la crescita di quel seme. Gesù allora ci alimenta con altri regali per aiutare la nostra vita, per guidarla, sorreggerla. Questi regali sono i sacramenti. Per la prima volta è sceso in noi lo Spirito nel Battesimo, scende in noi tutte le volte che ci confessiamo e andiamo a ricevere lEucaristia. Ma nella Cresima lo riceviamo in modo speciale, la Chiesa dice in modo permanente. Il dono dello Spirito di Dio oggi entra dentro di voi per abitarvi per sempre (cfr. Gv 14, 16).
Gesù vuole accompagnare il vostro passaggio verso la maturità. Non siete più bambini, state diventando uomini e donne, e Gesù vuole aiutare la crescita della vostra mente e del vostro cuore, perché sappiano conoscere e amare in modo giusto.
Il compito dello Spirito è proprio quello di farvi conoscere in modo giusto e vero: Lui vi dirà tutto, Lui vi ricorderà tutto (cfr. Gv 14, 26), dice Gesù. Questo è il compito dello Spirito: di insegnarvi giorno per giorno chi è Gesù, di farvelo sperimentare vicino, conoscere, incontrare sempre di più come compagno e amico. Lo Spirito Santo, soprattutto, rende la vostra mente e il vostro cuore una sola cosa con la mente e il cuore di Gesù, «ci fa entrare in una comunione sempre più profonda con lui, donandoci lintelligenza delle cose di Dio» come ha detto mercoledì scorso Papa Francesco durante lUdienza generale (cfr. Francesco, Udienza generale 15 maggio 2013).
Attraverso il sacramento che tra poco riceverete, Gesù vi aiuterà a scoprire la vostra vocazione, la strada della vostra felicità. Lo Spirito vi condurrà così verso la verità e verso lamore vero. Ma tutto ciò non accadrà magicamente: dobbiamo lasciarci guidare da Lui, dobbiamo porci in ascolto della sua voce. E il modo più semplice per far tutto ciò è invocarlo nella preghiera.
Invochiamo più spesso lo Spirito Santo, ha detto il Papa nellultima Udienza generale, «invochiamolo tutti i giorni» (cfr. Francesco, Udienza generale 15 maggio 2013).
Cari ragazzi, il vescovo vi affida un compito: imparate a memoria la bellissima preghiera allo Spirito Santo che abbiamo recitato prima del Vangelo, la «Sequenza di Pentecoste»: Vieni Santo Spirito, manda a noi, dal cielo, un raggio della tua luce
In quella preghiera è racchiusa una sapienza profonda. Attraverso quelle parole noi chiediamo a Dio tutto ciò che può rendere grande, bella, luminosa la nostra vita. I vostri catechisti ve la fotocopieranno e ve la consegneranno come un dono mio personale. Recitatela ogni giorno e vedrete che pian piano la vostra vita inizierà a fiorire.
E, se potete e volete, qualche volta pregate per il Vescovo e dite al Signore: Aiutalo nel suo ministero, fa che possa attraverso la sua azione far crescere questa nostra comunità diocesana in mezzo agli uomini e per il bene di tutti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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